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Radiazioni ottiche artificiali: le sorgenti e gli effetti sulla salute

Un intervento presenta vari aspetti connessi alle radiazioni ottiche in ambiente di lavoro e alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori esposti. Focus sugli effetti sulla salute delle radiazioni e sulla classificazione dei laser.

Brescia, 9 Dic – Il Decreto legislativo 81/2008 definisce le radiazioni ottiche ‘tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm’ e lo spettro delle radiazioni ottiche “si suddivide in radiazioni ultraviolette, radiazioni visibili e radiazioni infrarosse”.

In particolare, ai fini protezionistici, le radiazioni ottiche “sono suddivise in:

  • Radiazioni ultraviolette: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nm. La banda degli ultravioletti è suddivisa in UVA (∼320-400 nm), UVB (∼ 290-320 nm) e UVC (∼ 200-290 nm);
  • Radiazioni visibili: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 380 e 780 nm;
  • Radiazioni infrarosse: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 780 nm e 1 mm. La regione degli infrarossi è suddivisa in IRA (780-1400 nm), IRB (1400-3000 nm) e IRC (3000 nm-1– 1 mm)”.

In relazione ai possibili effetti sulla salute e al pari delle radiazioni ionizzanti (ad esempio le radiazioni connesse a sorgenti radioattive e tubi RX) è “importante valutare i rischi da esposizione alle radiazioni ottiche, in particolare in ambito lavorativo, essendo possibili esposizioni sistematiche e continuative a tale tipo di radiazioni”.

Articolo tratto da Punto Sicuro. Continua a leggere direttamente dal sito.